mercoledì 23 gennaio 2013

Esteri: Netanyahu vince, refendum in GB, Iraq tra attentati ed arresti

ELEZIONI IN ISRAELE - Netanyahu ha vinto, ma la nazione non è unita dietro di lui.
Con un risultato inaspettato il centrosinistra ha conquistato complessivamente 58 seggi del Parlamento israeliano, danneggiato la leadership della destra che ha ottenuto 62 seggi.

In numeri: Likud-Beitenu di Benyamin Netanyahu (primo ministro) e Avigdor Lieberman (ex ministro degli Esteri) 31 seggi; mentre Yesh Atid “C'è futuro” di Yair Lapid 19 seggi; Laburisti di Shelly Yachimovic 15seggi.

Tuttavia, non dobbiamo considerare il risultato come il declino di Bibi – come lo chiamano familiarmente gli israeliano. "E' chiaro che gli israeliani hanno deciso che vogliono che continui a fare il primo ministro" ha dichiarato Netanyahu, ma ha aggiunto che sarà un governo di coalizione. Anche Lapid ha esposto la sua intenzione a collaborare. Se i dati venissero confermati, quindi, inizierebbe un periodo di compressi e trattative per formare l'esecutivo.

Oltre ad un esito diverso, queste elezioni hanno anche visto una maggiore affluenza al voto: il popolo in difficoltà a causa della crisi ha voluto far sentire forte la propria voce e ha cercato un'alternativa all'immobilismo del Paese nella speranza che proclamava Lapid.

GB: REFERENDUM "DENTRO O FUORI UE"- La delusione verso l'Ue del popolo britanicco è sempre più elevata, ma il primo ministro Cameron auspica ad un rapporto di unione tra Gb e Ue. Si è pertanto annunciato che si terrà un referendum dopo le elezioni del 2015 sulla questione dell'adesione o meno europea. Nel frattempo Cameron invita a riflettere sulla tematica, in quanto sarebbe una decisione senza possibilità di ritorno.

IRAQ: 70 MILIZIANI DI AL QAIDA UCCISI E A BAGHDAD TORNANO GLI ATTENTATI- Baghdad piange di nuovo le sue vittime, non c'è pace per questa città. Altri tre attentati hanno causato la morte di 17 persone e il ferimento di diversi civili, ma l'attacco più violento è quello vicino alla caserma militare. Forse una vendetta per i 70 miliziani di Al Qaida uccisi dalle forze governative in una battaglia di due giorni vicino a Samara e per gli arresti dei membri dell'organizzazione (27 circa) in varie provincie del Paese.

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